Biassono e l'Unesco festeggiano i 1700 anni dalla nascita di San Martino
Senza quasi immaginarlo, Biassono ha festeggiato quest'anno il suo santo patrono inserendosi in un calendario di prestigiose iniziative organizzate in tutt'Europa. Nel 2016 ricorrono infatti i 1700 anni dalla nascita di Martino di Savaria (Pannonia, antica Ungheria), ragion per cui l'Unesco ha invitato le nazioni più legate al santo a proporre nuovi progetti di valorizzazione della sua figura.
L'Associazione culturale Gaetano Osculati, dedicando il proprio banchetto al santo durante la fiera patronale di domenica scorsa, si è nel suo piccolo allineata a queste indicazioni: oltre ad aver presentato una breve biografia del santo, ha elaborato giochi a tema per bimbi (Colora il Santo, puzzle di S. Martino...), piccole dispense per il pubblico, mettendo anche a disposizione alcune strisce con curiosità sulla sua vita.
Se volessimo allargare lo sguardo oltre i confini biassonesi, ritroveremmo però molti progetti affascinanti dedicati alla sua figura: la Valle della Loira ha avviato un proprio percorso di pellegrinaggio, integrandolo col circuito più ampio voluto dall'Unione Europea, mentre l'Ungheria ha allestito forse la mostra più approfondita legata a Martino. Persino la città di Utrecht, in Olanda, non ha mancato di omaggiare questa straordinaria figura. E allora godiamo un lungo viaggio insieme che, dalla piccola Biassono, ci porta verso alcuni dei più affascinanti tesori europei.
Fu reclutato nelle Scholae imperiali, corpo scelto di 5 000 unità perfettamente equipaggiate: disponeva quindi di un cavallo e di uno schiavo. Fu inviato in Gallia, presso la città di Amiens, nei pressi del confine, e lì passò la maggior parte della sua vita da soldato. Faceva parte, all'interno della guardia imperiale, di truppe non combattenti che garantivano l'ordine pubblico, la protezione della posta imperiale, il trasferimento dei prigionieri o la sicurezza di personaggi importanti.
Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Lì Iniziò la seconda parte della sua vita.
LO SAPEVI CHE... O FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
L'undici novembre i bambini delle Fiandre e delle aree cattoliche della Germania e dell'Austria, nonché dell'Alto Adige, partecipano a una processione di lanterne, ricordando la fiaccolata in barca che accompagnò il corpo del santo a Tours.
Nel comune abruzzese di Scanno , in onore del santo si accendono grandi fuochi detti "glorie di San Martino" e le contrade si sfidano a chi fa il fuoco più alto e durevole.
In molte regioni d'Italia, l'undici novembre è associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio "A San Martino ogni mosto diventa vino") ed è occasione di ritrovo e festeggiamenti dove si brinda stappando il vino appena maturato accompagnato da castagne e caldarroste.
Nel nord Italia, specialmente nelle zone agricole, fino a non molti anni fa tutti i contratti (di lavoro, ma anche di affitto,mezzadria ) avevano inizio e fine l'11 novembre, data scelta in quanto i lavori nei campi erano già terminati senza però che fosse ancora arrivato l'inverno. Per questo, scaduti i contratti, che aveva una casa in uso la doveva lasciare proprio l'11 novembre e non era inusuale, in quei giorni, imbattersi in carri strapieni di masserizia che si spostavano sa un podere all'altro, facendo "San Martino", nome popolare, proprio per questo motivo, del trasloco. Ancora oggi in molti dialetti e modi di dire del nord "fare San Martino" mantiene il significato di trasloco.
Carlo Verri, a cui è dedicato il nostro museo civico e fratello del più celebre "filosofo" Pietro, fu un grande amante e studioso dell'arte, lui stesso si cimentò in qualità di pittore. Nel 1778, come ci rivela una lettera di Pietro all'altro fratello Alessandro, dipinse un quadro dedicato a S. Martino, destinato alla chiesa parrocchiale di Biassono, ma che poi su volontà e desiderio del nipote Gabriele, fu trasferito ad Ornago nel santuario della Beata Vergine del Lazzaretto, dove è esposto tutt'oggi.Tra il 1312 e il 1318 il pittore Simone Martini affrescò la cappella a lui dedicata nella Basilica inferiore ad Assisi con dieci episodi della vita del santo.In Italia san Martino è considerato patrono dell'arma di fanteria dell'esercito e di ben 143 comuni e frazioni italiani, di cui ben 43 nella sola Lombardia.
Quasi 500 paesi (Saint-Martin, Martigny...) e quasi 4000 parrocchie in territorio francese portano il suo nome.I re merovingi e poi carolingi custodivano nel loro oratorio privato il mantello di san Martino, chiamato cappella. Tale reliquia accompagnava i combattenti in guerra e in tempo di pace, sulla «cappa» di san Martino, si prestavano i giuramenti più solenni. Il termine cappella, usato dapprima per designare l'oratorio reale, sarà poi applicato a tutti gli oratori del mondo.