I fantasmi del Baltico (Estonia)
Nonostante secoli di cristianizzazione e pesanti lasciti della Guerra Fredda, le isole estoni conservano tracce di antichissimi culti animistici e miti solari, grazie ai quali sono tornate al centro delle rotte del Nord Europa

"Un altro solstizio d'estate era arrivato. - racconta a proposito lo scrittore Juhan Jaik, in "Notte di mezz'estate" - Quando il sole man mano calava e i boschetti, lontani e vicini, si scioglievano in un tenue color bluastro, quando la bruma si alzava dai laghi, avvolgendoli teneramente nel grigio della notte, allora il cielo cambiava. Diventava di un rosa denso, mentre a ovest gridava ancora di rosso. L'incandescenza notturna del cielo di ponente rischiarava i pinnacoli e le facciate delle chiese, mentre le cime degli abeti scintillavano, quasi le foglie acuminate avessero graffiato, fino a farli sanguinare, gli stormi di cornacchie volteggianti, e ora quelle stesse gocce di sangue languivano sui rami simili a perle delicate. Anche le colline rilucevano misteriosamente al tramonto. Un pennello distratto aveva tracciato, colpendolo con forza, una grossa chiazza rossa su un tronco di betulla, data come in preda a furore e agitazione, tanto da schizzare di vernice gli aghi di pino. C'erano più falò che stelle in cielo; brillavano enigmaticamente, come creature viventi che si strizzano l'occhio a vicenda, in segno di amichevole riconoscimento".
L'arcana magia di questi riti senza tempo non rivive solo ai cambi di stagione, ma pervade la quotidianità di ciascun abitante di Muhu e Saaremaa, distante secoli dai rinnovati traffici anseatici di Tallinn, benché ad appena 150 chilometri circa dalla capitale. In realtà queste isole sono così vicine alla costa che, durante la stagione invernale, nessuno resiste alla tentazione d'impugnare il volante e lanciarsi a tutta velocità sulle "strade di ghiaccio", ovvero su quegli spessi ponti galleggianti che sino all'arrivo della primavera trasformano il golfo estone in una sconfinata pista da rally. L'Estonia sarà pure il Paese con la copertura wireless più estesa del mondo, tanto da permettere di collegarsi gratuitamente al web persino dalla più sperduta delle sue radure; sarà la geniale palestra informatica da cui è scaturita la rivoluzione interattiva di Skype, ma alla gente di mare poco importa. Loro continuano a sentirsi figli di pescatori, passano le giornate a stoccare pesce bianco, ad affumicare i salmoni o a raccogliere funghi in abbondanza; e poi spremono i ribes per deliziarsi col rubicondo succo di "mors", lasciando alle donne il compito d'intrecciare pesanti maglioni di lana, mentre gli uomini si occupano di stringere i nodi alle reti da pesca. Ma dovesse levarsi la chiamata alle armi, fieri cavalieri e dame in costume non tarderebbero a radunarsi sotto le mura dolomitiche del trecentesco castello di Kuressare, l'esemplare meglio conservato di tutte le repubbliche baltiche.
Neppure la caduta di un meteorite è stata in grado di smuovere da questa terra le sue genti: quando più di 4mila anni fa il cielo fu tagliato da una sfera incandescente, s'interpretò l'evento come una benedizione degli dei (tanto che il mito di Fetonte pare sia stato ispirato proprio da quest'impatto), anziché come la più grave collisione di un corpo extraterrestre mai registrata in zone abitate. Esistono in realtà leggende anche più colorite, come quella che vuole il lago un nascondiglio del Sole, vittima dei sortilegi della terribile strega Viro: capace di far apparire la Luna in cielo, esattamente come di occultare l'astro del giorno, traeva i suoi diabolici poteri proprio dalle forze segrete di quest'isola. Oggi il lago di Kaali è andato ad occupare un cratere ampio quasi 110 metri, è circondato da un bosco rigoglioso e conserva un'aurea quasi mistica, ma al tempo stesso appare un monito ai feroci bombardamenti e alle temibili operazioni militari che accompagnarono l'arrivo dei sovietici sull'isola di Saaremaa.
Laggiù, dove la terra finisce, dove una lingua di ghiaia e sabbia bianca si protende nelle gelide acque del Baltico, un faro scrostato fa roteare incessantemente la sua luce d'allarme, ma i pescherecci caracollanti sembrano proprio non curarsene. Cardi coriacei e orchidee multicolori stanno affiorando fra le spoglie di fatiscenti torrette d'avvistamento. Un mitra inceppato sorveglia l'orizzonte, con accanto una bottiglia di birra e in attesa dell'arrivo di un nemico smarritosi nel deserto dei Tartari. Ce l'hanno fatta. Gli spiriti degli antenati sono riusciti a riprendersi finalmente quanto la mano dell'invasore aveva loro sottratto; ed è forse per questo che nell'urlo dei gabbiani, qui ancor più che altrove, ritrova voce il disperato appello di chi per troppo tempo sospirò la fuga sulle onde. Il canto "rivoluzionario" che infiammò il 1991. La promessa di un'Estonia che non deve più rendere conto a nessuno, fuorché a se stessa.
Alberto Caspani
UN PARADISO NATURALE
FANGHI MAGICI
Dal momento che le virtù dei fanghi locali erano note sin dai tempi degli zar, in Estonia si contano sedici stabilimenti ufficiali per cure terapeutiche. Fra i più apprezzati spiccano quelli di Saaremaa Valss, Meri e Rüütli, tutti e tre legati alla prestigiosa catena Saaremaa Spa Hotels ed ubicati nella capitale dell'isola più grande, Kuressare. Qui vengono trattati con successo casi di reumatismi, atrofie e cura della pelle, grazie alla forte salinità dei fanghi isolani, che agisce da depuratore epiteliale, favorendo al contempo la permeabilità delle proprietà lenitive dei fanghi stessi. I metodi d'applicazione abbondano: vengono proposti massaggi classici (per favorire la circolazione sanguigna ed il metabolismo), massaggi sportivi (adatti per accrescere l'elasticità muscolare), così come linfatici, plantari e aromaterapeutici. Naturalmente questi trattamenti coesistono con quelli di tradizione orientale, ma l'unicità dei fanghi di Saaremaa è provata dal fatto che possiedono una concentrazione di sostanze organiche dieci volte superiore a quella di qualsiasi altro fango marino, in particolare di solfuro d'idrogeno. Per via delle forti accelerazioni del metabolismo, già dalle prime applicazioni è possibile trarre grandi benefici, tant'è che a volte bastano pochi giorni per rimettersi completamente in forma.
GIGANTI DAI PIEDI DI FANGO
E' questo il nome dato dagli abitanti locali alle numerose scogliere che caratterizzano il profilo della costa. Si tratta di pareti calcaree alte sino a 20 metri, che la violenza del mare ha scolpito nei millenni, conferendo loro forme alquanto bizzarre. La più emblematica è certamente quella di Uügu, sull'isola di Muhu: lunga quasi 450 metri ed alta circa 18, è il punto panoramico maggiormente spettacolare della zona. Da qui si possono osservare gli affioramenti minori di Kumari e Papilaid, la costa occidentale estone ed il profilo della città di Haapsalu, nonché tutto l'arcipelago di Hiiumaa. Proprio per la nitidezza d'orizzonte che spesso offre il Baltico, queste scogliere sono da sempre considerate "giganti guardiani" delle isole: l'analisi degli antichi coralli fossilizzatisi nel loro corpo le fa risalire a 405 miliardi di anni fa, mentre le forti tracce di dolomia hanno spinto l'industria chimica a sfruttare questi giacimenti a cielo aperto sin dal dicannovesimo secolo. Molto spesso alla loro base si trovano pure sorgenti d'acqua dolce dalle proprietà miracolose: secondo una leggenda del posto, la fonte di Uügu possiede misteriose proprietà curative per gli occhi. Chiunque offra monete, metalli preziosi o argento alle sue acque, potrà infatti guadagnare una vista tanto acuta quanto quella dei giganti.