In Sudamerica col capitano Gaetano Osculati

10.11.2014

L'Università di Valladolid, in Spagna, omaggia il capostipite degli esploratori italiani dell'Ottocento, grazie a un saggio che ne riconosce il fondamentale contributo per la letteratura di viaggio italiana e internazionale 

Un'attesa durata oltre un secolo. Spentosi a Milano il 14 marzo 1894, amareggiato per essersi visto sottratta la paternità della scoperta delle sorgenti del Rio Napo in Brasile, l'esploratore brianzolo Gaetano Osculati è stato ripagato infine dall'Università di Valladolid, la più antica di Spagna. Non con una medaglia prestigiosa quanto quella assegnatagli dall'imperatore verdeoro Don Pedro II, per il quale Osculati divenne "il Marco Polo del Brasile", né riparatoria come la Croce di Cavaliere dell'Ordine Mauriziano, conferita da re Umberto I a un suddito di cui aveva ignorato per troppo tempo l'enorme contributo verso l'Italia. Niente di tutto questo: Osculati è stato fatto accomodare direttamente in cattedra, grazie al riconoscimento tributatogli dalla professoressa di Filologia italiana Soledad Porras Castro: in base alle sue ricerche, risulta infatti "una delle voci più autorevoli nella valorizzazione della lingua spagnola nel Belpaese". Insomma, un nuovo "eroe dei due mondi", cui le amministrazioni sudamericane hanno addirittura intenzione di dedicare un intero itinerario che, dal suo sbarco a Montevideo, capitale dell'Uruguay, ne ripercorra le avventurose orme almeno sino a Quilca Camana, la "perla escondida del Pacifico" peruviano.

Finalmente, verrebbe da sospirare, visto che gli unici contributi approfonditi per recuperarne la memoria sono stati avanzati sino a oggi solo dal piccolo museo civico di Biassono, paese natale del grande esploratore (nato nella frazione di San Giorgio al Lambro nel 1808), grazie all'omaggio della rivista Brianze per il bicentenario dalla nascita, ma anche e soprattutto attraverso le iniziative della locale associazione culturale che, dal 2012, ne porta il nome. A parte un poco conosciuto, quanto affascinante documentario prodotto dalla Regione Lombardia, oltre all'intestazione di due vie periferiche a Milano e in Biassono stessa, le istituzioni si sono rivelate assai avare nei confronti di Osculati. L'unico a riallacciare un ponte fisico fra Italia e Sudamerica, nel giugno 2013, è stato il discendente diretto dell'esploratore, Rinaldo Osculati, che su invito dell'associazione biassonese ha donato al governatore di Brasilia una copia del capolavoro scritto dall'avo: "Esplorazioni nell'America Equatoriale", terza edizione del testo originale pubblicato nel 1850.

Non molto per un capitano di lungo corso che, fra il 1831 e il 1857, girò in lungo e in largo il mondo, realizzando scoperte geografiche e scientifiche puntualmente scippategli da sodalizi ben più potenti e organizzati rispetto all'intraprendenza di un privato cittadino. Su tutte, forse, un rimedio indigeno per la cura della malaria che avrebbe salvato numerose vite di molti suoi colleghi e marinai, se la presuntuosa scienza ottocentesca non avesse sprezzato il sapere tribale: imbattutosi in un'area amazzonica inspiegabilmente preservata dal paludismo, Osculati si rese conto che l'apparente immunità dei suoi abitanti dipendeva dal consumo combinato d'estratto di salsapariglia e chincona, piante depurative e immunitarie molto più efficaci del solo chinino.

L'odierna crisi italiana del giornalismo di viaggio ha dunque radici ben più profonde di quanto si supponga, andando di pari passo con le ingiustificabili amnesie che accompagnano la nostra storia dell'esplorazione, di cui le Repubbliche marinare di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia furono i primi fari capaci di risvegliare la sopita Europa medioevale. Forse, ad averci visto giusto e in tempi non sospetti, fu proprio una donna capace di guardare il nostro Paese con quel distacco di cui solo lo straniero, o appunto l'avventuriero, il ribelle o l'emigrante, è spesso capace: le critiche di Madame de Staël al "provincialismo" di una certa cultura italica, che si autocompiace nei propri salotti anziché assaporare la terra della strada, fa fischiare ancora le orecchie a molti. 

RUTA OSCULATI (viaggio del 1834/1836)

Montevideo-Colonia di Sacramento (lungo il Rio Negro e il Rio della Plata) - Santo Domingo Serrano - Gualeguay - Noboyà -Selva di Montiel - Bajada - Santa Fe - Buenos Aires - Flores - Lucano e Pergamino - Saladillo de Ruiz Dìaz - Sauce - Las Achiras - San Luis - Desagoradero - Las Catitas y Villa Nueva - Mendoza - Paal de Hornillos - Santiago del Cile - Copiapò y Huasco - Valparaiso - Quillorta - Cabija - Baia di Arica - Isla - Quilca - Arequipa - Callao - Lima - Cadiz (Cadice).

AGGIORNAMENTO 2020

Grazie alla collaborazione fra Associazione Culturale Gaetano Osculati, promotrice della Missione Gaetano Osculati 2018, e del tour operator I Viaggi di Maurizio Levi, oggi il principale itinerario seguito dall'esploratore brianzolo in Sudamerica è realtà. Clicca qui