Rinaldo Osculati sulle orme dell'avo esploratore in Brasile

21.05.2013

Il Mondiale nautico di Formula1 ha quest'anno un «sapore» diverso per il monzese Rinaldo Osculati che, a Brasilia, compirà un viaggio a ritroso nel tempo sulle tracce del suo antenato esploratore Gaetano Osculati (San Giorgio al Lambro, 28 ottobre 1808 - Milano, 14 marzo 1894). 

Conoscitore ed esploratore delle Americhe, fu il primo italiano ad attraversare l'intera Amazzonia e, proprio per quell'impresa, venne soprannominato "Il Marco Polo del Brasile". 

Dopo aver visitato il Medioriente, e qualcosa in più, Gaetano Osculati fece il suo primo viaggio in Sudamerica nel 1834, ma la sua impresa più importante e ardita resta quella compiuta dall'Ecuador in discesa dal Rio Napo, un affluente del Rio delle Amazzoni che i conquistatori spagnoli avevano scoperto tra il 1540 e il 1541. Il viaggio proseguì infatti lungo il Rio delle Amazzoni sino all'Oceano Atlantico, senza supporto di alcuna istituzione e affidandosi solo alle proprie forze. 

«Ardita, anzi temeraria impresasuperiore di troppo alle forze dell'individuo, perché oltre che l'esplorazione di regioni inospiti e quasi del tutto sconosciute, si dovevano incontrare tribù indiane ritenute tra le più crudeli e selvagge, sempre in guerra tra loro, aborrenti da qualsiasi arte della civiltà, date alcune all'antropofagia, celebri soltanto nella scienza di filtrare veleni e di massacrare nemici». 

Gaetano Osculati (Esplorazioni nell'America equatoriale)

Nonostante queste traversie, Osculati riuscì a portare a termine la sua più grande impresa, «nutrendosi di frutta e carni di tapiri e di scimmie appena rosolate». Da quel viaggio (1846-1848) portò in patria una mole impressionante di notizie, reperti etnografici ed entomologici che affidò ai musei italiani. 

Durante la permanenza fra gli indigeni, scoprì inoltre che alcune piante medicinali, come la cinchona, preservavano dalla malaria e riportò queste notizie all'ambiente scientifico. Molti dei reperti di Gaetano finirono nel Museo di Storia Naturale di Milano, dove rimasero fino all'agosto del 1943, quando l'edificio venne colpito da un bombardamento. 

Per Rinaldo Osculati, un motivo in più per sperare di far bene sulle acque del Lago Paranoà: «Sono orgoglioso di ripercorrere le orme di Gaetano, un uomo che sento di conoscere quasi personalmente, visto che, in famiglia, è stato nominato spesso; ho sentito parlare di lui sin da quando ero ragazzino. Lo "vedo" e lo sento come se fosse un grande zio e, anche se potrà sembrare una cosa semplice, cercherò di onorare questo grande uomo mettendo un adesivo sulla mia barca in memoria dei suoi viaggi. Per ricordarlo ulteriormente, con me porterò anche una copia di un suo libro (Esplorazioni nell'America Equatoriale), scritto nel 1854, da regalare ai rappresentanti brasiliani che hanno curato l'organizzazione del Gran Premio di Brasilia».